Non ci vorrebbe Einstein Di Eriprando Cipriani “Visto? Ora l’ha chiesta – e la vuole alla svelta – anche Napolitano.” “Che cosa?” “La riforma elettorale. Vedrai che tra poco diremo addio al Porcellum.” “Stando a richiami e proclami, quella legge sarebbe stata spacciata già un secondo dopo l’approvazione.” “Ma sai, tra il dire e il fare…” “E perché adesso sei così convinto?” “Ma non hai sentito cos’ha detto Letta a Rimini? Per lui questo è il provvedimento più urgente che ci sia.” “Se è per questo, a dicembre pareva che la riforma fosse così urgente da dover aspettare solo qualche giorno. Non te lo ricordi? Sembrava il mercato: ti concedo il 30% come premio di maggioranza, ma tu non esagerare con lo sbarramento perché per lui sarebbe meglio…” “E poi, nulla.” “Esatto. ” “Certo, se ognuno vuole solo i cambiamenti che lo potrebbero favorire, sarà difficile che si mettano d’accordo.” “A meno che non si sentano tutti avvantaggiati dalla stessa cosa.” “Ma è impossibile!” “Potrebbe essere che qualcuno convinca qualcun altro della disinteressatezza della sua proposta.” “Facciamolo per il paese, basta con i particolarismi, pensiamo a uscire dalla crisi…” “Vedo che hai imparato il formulario.” “Eppure basterebbe prenderle sul serio, una volta tanto, quelle frasi. Non ci vorrebbe mica Einstein per vedere cosa sarebbe più logico.” “Prendere sul serio il bene pubblico ed essere logici? Tu non vuoi una riforma. Tu vuoi una rivoluzione!” “E pensare che mi ritenevo un moderato.” Eriprando Cipriani |