60 anni di diritto di voto alle donne.
Il ministro dell'Interno Giuseppe Romita legge i risultati del referendum istituzionale del 2 giugno 1946
Infatti, il 2 giugno 1946 si svolse il Referendum istituzionale che mise fine la monarchia nel nostro Paese. Gli italiani scelsero la Repubblica e insieme votarono per eleggere i 556 deputati dell’Assemblea Costituente che avrebbe redatto la nuova Carta Costituzionale. Fu la prima tornata elettorale a vero suffragio universale, in quanto le donne per la prima volta poterono votare e poterono essere votate. E’ un passaggio storico. Le donne italiane da cittadine invisibili diventano cittadine visibili. Questo è stato possibile perché molte avevano conquistato la loro cittadinanza nella Resistenza. E’ appunto il riconoscimento del contributo straordinario dato dalle donne italiane alla lotta contro il nazifascismo e per la liberazione dell’Italia che prepara questo giorno storico. Si recò a votare l’89,1% degli aventi diritto al voto, pari a 24.974.187 italiani. Il risultato delle urne fu di 12.717.923 voti a favore della Repubblica, contro i 10.719.284 a favore della Monarchia. Il 2 giugno 1946, oltre al referendum istituzionale tra monarchia e repubblica, gli elettori votarono anche per eleggere l’Assemblea Costituente, che doveva ridisegnare l’impianto istituzionale italiano. È la prima occasione – dopo il voto per le amministrative – che le forze politiche post-fasciste hanno la possibilità di "contare" il proprio seguito tra gli elettori: I 556 seggi messi in palio risultano essere così ripartiti: DC 35,2% eletti 207, PSI 20,7% eletti 115, PCI 18,9% con 104 eletti, Unione Democratica Nazionale 6,8% con 41 seggi, Uomo Qualunque 5,3% 30 eletti, PRI 4,3% 23 eletti, Blocco nazionale delle libertà 2,5% 15 eletti, Pd’A 1,1% 7 eletti, liste varie 14 eletti. Dei 566 eletti alla Costituente le donne risultarono solo 21: nove del Pci, altrettante della Dc, due del Psi (tra cui Bianca Bianchi di questa zona) e una dell’Uomo qualunque. Abbiamo ricordato brevemente questi avvenimenti così importanti per il nostro Paese ma che ci riportano all’attualità, (vedi Referendum del 25 e 26 p.v.), ma sarà nostra cura nel corso dei prossimi numeri, approfondire questi argomenti. |