Il giorno mercoledì 18 settembre alle ore 19.00, nell’ambito della seconda edizione del ciclo di incontri “Tutti pazzi per la natura” organizzato da Cirkoloco presso i locali della Ex-Fila in Via Leto Casini 11 a Firenze, si svolgerà l’incontro  “Il più grande disastro ambientale della Toscana: lo scempio delle Alpi Apuane a cura di Gianluca Briccolani alpinista e scrittore fiorentino.

“Ultimamente – afferma l’autore – anche grazie all’apporto del documento filmato <<Anthropocene – L’epoca umana>>, tutto il mondo sta prendendo coscienza che una delle 43 emergenze a livello planetario, la sistematica polverizzazione di una irripetibile ed unica catena montuosa, è in Italia e per giunta all’interno di un Parco a tutela ambientale. Ogni giorno all’interno del Parco Regionale delle Alpi Apuane (dal 2011 Geoparco mondiale dell’Unesco), infatti, vengono letteralmente sbriciolati crinali e cime anche oltre i 1200 metri di altitudine. Sono infatti le multinazionali del carbonato di calcio che dettano i ritmi di estrazione e – anche se la legge lo vieterebbe – oggigiorno si cava direttamente per fare detrito da mandare ai vari frantoi alle pendici di questa catena montuosa. Nessuno dice niente di fronte a questa immane tragedia ambientale che ha fatto estinguere varie specie della flora e della fauna locale, nonché seccare ed inquinato varie sorgenti. Non solo, molte istituzioni – a tutti i livelli – elargiscono finanziamenti a fondo perduto per l’acquisto di moderne segatrici a catena diamantata che affettano la montagna come un coltello caldo potrebbe trapassare un panetto di burro”.

Durante la serata – pubblica e a ingresso libero – le persone, anche tramite l’ausilio di un reportage fotografico sviluppato in un decennio di apuanismo operato sul campo dall’autore, potranno farsi un idea sull’irrimediabile ecocidio che si sta consumando in questo vasto territorio della tanto “civile” Toscana. L’autore del recente volume “L’altezza della Libertà – Viaggio tra l’essenziale bellezza delle Alpi Apuane” spiegherà anche il perché solo parlare di coltivazione del marmo e di ripristino ambientale sia un offesa alla comune intelligenza.