Sabato 24 settembre presso la ditta Gamont di Calenzano alle ore 16 verrà ricordato l’artista Claudio Cavallini, in arte Kevo Cavallini, scomparso lo scorso anno. La serata, patrocinata dai Comuni di Calenzano, Pontassieve e Campi Bisenzio sarà un’occasione per ripercorrere insieme le tappe della sua storia artistica, unendo i ricordi di quanti gli hanno voluto bene come amico e lo hanno stimato come artista. La poesia del legno, questo il titolo della mostra permanente dedicata all’artista, e che racchiude il meglio della sua produzione nata dalla sua passione per il legno. Il comune di Campi Bisenzio aveva ospitato lo scorso anno una mostra dell’artista, mentre Pontassieve ha esposto alcune sue opere, oltre a conservare nel palazzo municipale “Il Navigatore”, opera donata da Kevo all’amministrazione.

Kevo – come lui raccontava – si era scoperto artista in età matura intraprendendo un suo originale percorso artistico, scegliendo con cura materiali che si trovano nella natura, cercati con cura nei boschi dell’Appennino, in rispettoso amore per quei luoghi: dal faggio al pino, dal castagno al ciliegio, tutti scolpiti partendo da un unico tronco perché è dall’unicità e dalla particolarità di ogni tipologia di albero che nasceva l’opera. Fiorentino di nascita aveva da anni il suo laboratorio a Molino del Piano, frazione del Comune di Pontassieve, e nel suo studio nasceva la sua arte per la quale non erano mancati i riconoscimenti e che aveva fatto conoscere in tutta Italia, grazie ad un’intensa ed apprezzata attività espositiva. Tra le sue mani il legno respirava e prendeva vita e, grazie all’abile tecnica dell’artigiano, diventava arte: immagini, volti e oggetti comuni sono plasmati dalla mano dell’uomo e, come nella favola del burattino che da un pezzo di legno prende forma, anche in Kevo le nervature, le escrescenze, i nodi del legno rappresentano la vita.